fondali marini, catena alimentare, (Atlantico)

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Oceano Atlantico: la vita sottomarina


Sempre sotto le acque di Terranova: nel 1929 un terremoto diede inizio a una «corrente di torbida» a sud dell'isola: precipitandosi giù per il pendio, l'acqua carica di fango ruppe parecchi cavi telegrafici. L'attimo preciso in cui i cavi furono rotti fu indicato dall'interruzione dei relativi servizi: e fu così possibile misurare la velocità della corrente al suo passaggio: fino a 100 o 120 chilometri all'ora. Queste «correnti di torbida», così vengono chiamate, si scatenano quando un terremoto o qualche altro fenomeno violento turba l'equilibrio dei sedimenti ammucchiati sul margine della piattaforma continentale. Cerchiamo d'immaginare la grande, apocalittica tragedia della vita che pulsa sotto l'oceano.
L'Atlantico, come del resto gli altri oceani, in qualunque punto è pieno di vita: è quasi impossibile prendere dal mare un solo litro d'acqua senza trovarvi dentro qualcosa di vivente. La fauna superiore che vive negli strati più elevati delle acque fredde vicino ai due poli, è molto simile. In ambedue le zone polari, tale fauna è abbondante. Gli animali più caratteristici sono le foche e le balene, varie specie di pesci e di uccelli capaci d'immergersi, i trichechi e i pinguini.
A proposito delle foche norvegesi: migliaia di questi animali vengono catturati e scorticati vivi sui ghiacciai della Groenlandia, dell'Islanda e di Terranova; fino a pochi anni fa i Norvegesi ne uccidevano duecentomila all' anno. Lo scandalo è stato rivelato recentemente da un operatore cinematografico, il Norvegese Thoralf Smith Svenssen. Il documentario è terribile: si vedono cacciatori avventurarsi sulla bachi sa, armati soltanto di un gancio e di un coltello affilato; poichè con il gancio non basta un colpo solo per uccidere la foca, bisogna colpirla quattro, cinque, sei volte; anche quando è stata abbattuta, la bestia continua a dibattersi disperatamente. Nel film si vedono foche ancora vive issate a bordo col gancio infilato nelle carni; in una scena si vede un cucciolo sanguinante che si dibatte sopra un mucchio di foche che ancora sussultano, mentre la bestiola sputa sangue e rivolge uno sguardo che si direbbe implorante. Eppure, in Norvegia è proibito torturare gli animali; eppure, sempre in Norvegia, si condannano i metodi italiani della caccia agli uccelli; eppure, disposizioni internazionali permettono soltanto il fucile e il piccone da ghiaccio per la caccia alle foche. Racconta l'operatore norvegese: «Su 17 componenti l'equipaggio, soltanto il timoniere usava il piccone; molte volte ho potuto documentare che a bordo c'erano una trentina, e anche più, di foche che ancora vivevano e che venivano lasciate agonizzare fino al tramonto quando, senza nemmeno dar loro il colpo di grazia, gli uomini le scuoiavano: ne ho viste dozzine gettate fuoribordo, senza pelle, con gli occhi sbarrati, imploranti pietà. La loro morte deve essere stata atroce ». In una scena del documentario si vede un cucciolo ferito, accanto alla madre che urla disperatamente. I cacciatori testimoniano che talvolta le madri rimangono per giorni interi a lamentarsi sul corpo straziato dei loro cuccioli. Viene da porsi la domanda: perchè tanta crudeltà? La spiegazione è semplice: i commercianti di pelli pagano un tanto a capo, «vogliono molte pelli in poco tempo per poter programmare il mercato», dice l'operatore Svenssen; e per far questo il mezzo più rapido e più sicuro per i cacciatori e peri loro datori di lavoro consiste nel trascinare a bordo il maggior numero possibile di foche ancora vive; e anche qui c'è una ragione: col freddo polare infatti una foca morta si trasforma ben presto in un blocco di carni congelate, durissimo, impossibile da scuoiare. E che la natura urli, questo non interessa ai «re delle pellicce» di Bergen e di Osio: ciò che importa sono i guadagni, che sono forti.
Sempre nelle terribili acque gelide dell'Atlantico: l'eterna guerra del merluzzo tra Inglesi e Islandesi. Tra la Gran Bretagna e l'Islanda, paesi politicamente alleati in quanto membri della NATO, si riapre di tanto in tanto la disputa sui diritti di pesca con risvolti violenti e serie implicazioni diplomatiche. Scaduti gli accordi in materia, stipulati nel 1973, l'Islanda, che trae dalla pesca oltre l'ottanta per cento delle sue risorse, ha esteso unilateralmente la sua sovranità sulle ricchezze marine da 50 a 200 miglia dalle proprie coste. Alle flotte straniere gli Islandesi hanno notificato il divieto di pescare al disotto di questo limite: i pescherecci inglesi però, infischiandosene, hanno tranquillamente continuato a pescare nelle acque proibite; a questo punto i guardiacoste islandesi, seguendo una tecnica già sperimentata in passato, hanno cominciato a tagliare loro le reti. Londra ha inviato sul posto tre unità militari: il che non è valso a sottrarre i pescherecci agli attacchi incruenti, ma efficaci, dei guardiacoste: la tensione fra i due Paesi è aumentata, l'Islanda ha annunciato che in simili condizioni non poteva più restare nell' Alleanza Atlantica, gesto temerario che metteva in crisi l'intera intesa dell'Occidente. Atlantico: Alleanza Atlantica ... Dovremmo parlare anche di questo patto politico e militare ...
Ma forse è meglio tornare ai nostri pesci. Lo sapevate?
Una specie di pleuronettidi, famiglia di pesci piattiformi che vivono sul fondale nei bassifondi sabbiosi al largo dell'Olanda, migrano controcorrente in direzione sudovest verso le zone di riproduzione situate nel Mare del Nord: qui si riuniscono a milioni, ogni anno tra gennaio e aprile, per produrre centinaia di milioni di uova. Notate questa «armonia prestabilita», di cui parlava Leibnitz, filosofo dell'ottimismo: le uova si schiudono mentre vanno alla deriva in direzione nord-est, spinte dalla corrente che le porta verso le zone di pastura.
Avete mai sentito parlare delle aragoste della Florida?
Marciano in fila indiana alla ricerca di nuove riserve di cibo ... Anche qui notate le leggi che regolano la vita della natura: la formazione di aragoste è difensiva: ogni animale mantiene il contatto, per mezzo delle antenne, con l'animale che lo precede, in modo che il ventre di ogni aragosta sia protetto dall'aragosta che segue.
Ogni oceano ha i suoi salmoni, ma quelli dell' Atlantico ...
Ecco: il salmone atlantico, che in realtà è una specie di trota marina, compie migrazioni spettacolari: risale fiumi e torrenti dell'Europa continentale, della Gran Bretagna, degli Stati Uniti nord-orientali e del Canada orientale. La prova? Alcuni giovani esemplari di salmoni atlantici erano stati catturati nel fiume Margaree, a Capo Breton, nella Nuova Scozia nord-orientale, nel 1938. Gli animali erano stati contrassegnati con l'asportazione di una piccola pinna carnosa dal dorso, e quindi rimessi nel fiume. Nel giugno 1940 uno di questi pesci fu catturato in pieno Atlantico, a circa 550 miglia di distanza dal luogo della prima cattura; liberato dopo che gli era stato attaccato un nuovo contrassegno, venne ricatturato 96 giorni più tardi. Dove? Esattamente nella stessa zona del Margaree in cui, due anni prima, era stato segnato per la prima volta.
Abbiamo detto che ogni oceano ha i suoi salmoni; aggiungiamo che ha anche i suoi pesci spada: quelli atlantici, per esempio ... Il fatto avvenne nel 196 7: un pesce spada lungo 2,80 metri attaccò il sommergibile americano per le ricerche oceanografiche Alvin a una profondità di circa 500 metri allargo della costa della Georgia: la spada penetrò con tutti i suoi 96 centimetri di lunghezza nella struttura esterna in vetroresina del battello: il quale fu costretto a riemergere. L'equipaggio estrasse il pesce incastrato e se lo mangiò per cena. Buono.
Non sono soltanto nell'Atlantico: parliamo di una varietà di medusa che, per l'aspetto dei suoi tentacoli, è chiamata «medusa a criniera di leone»: vive nelle acque temperate dell'Atlantico e ha un diametro da 30 a 90 centimetri, con viluppi tentacolari lunghi sui 22-23 metri: pare che una puntura possa uccidere un pesce di 30 centimetri e provocare serie irritazioni cutanee all'uomo.
E per finire questo rapido excursus sulle caratteristiche e varietà di pesci atlantici, ricordiamo la più piccola tartaruga marina, con un guscio lungo 60 centimetri; e la più grande, la sfargide, che può raggiungere i 230 centimetri di guscio; e fra questi due estremi ricordiamo anche la testuggine franca. La testuggine franca trova cibo in acque continentali, calde e poco profonde, si nutre lungo le coste brasiliane ed emigra poi nelle acque dell'isola dell' Ascensione, a metà strada fra l'Africa e l'America.
Nelle acque polari in prossimità dell' Antartide scorraz" zano le famose balene azzurre, lunghe fino a 24 metri, quelle a pinne e le cosiddette gobbe; comuni qui sono anche le procellarie; ma gli animali più caratteristici di questa zona sono i pinguini, di cui ricordiamo il pinguino imperiale, lungo più di un metro, con dimora stabile nel mare ghiacciato e sul continente antartico. Altra specie di pinguino: quello ad occhiali. Una caratteristica della zona, che si estende fino a 20 gradi di latitudine nord, è l'abbondanza di uccelli: qui vivono i romantici albatros, di cui parlò il Baudelaire. Curioso il ménage di questi animali: gli adulti passano undici mesi a covare e ad allevare i piccoli, i quali, a mano a mano che crescono, vengono nutriti sempre meno e con minor frequenza: gli albatros seguono una pedagogia istintiva ed infallibile, poichè è quella dettata dalla natura.
 

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Tratto da : "SUGLI OCEANI", Volume I - Edizioni Ferni, Ginevra 1976
Testi di : <<Max Polo ; Anna Maria Boschetti>>