Oceani

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Gli oceani: come si sono formati?

Ovvio che la formazione degli oceani è legata alla formazione, o creazione della Terra. Secondo alcuni studiosi, la Terra, con i pianeti simili che insieme compongono il sistema solare, si sarebbe formata a freddo: vogliamo dire da grandi nuclei di materia che avrebbero attirato a sé i gas, la polvere e le particelle solide sparse intorno al Sole quando questo fu creato. L'aggregazione, per dirla con un termine oggi di moda, di gas, polvere e particelle sarebbe continuata per milioni di anni: ogni nucleo planetario avrebbe attirato e legato a sé masse di materia sempre più grandi.
Secondo invece un'altra, e opposta, teoria, la Terra si sarebbe formata, come dire, «a caldo»: cioè attraverso la condensazione di una massa di materia gassosa staccatasi dal Sole.
Segnaliamo le due teorie. Ma è un fatto che la Terra, siasi essa formata a caldo oppure a freddo, a un certo punto deve avere attraversato una fase cosiddetta fluida. Non si potrebbe altrimenti spiegare in modo soddisfacente la distribuzione di materia leggera e pesante all'interno del nostro pianeta. Sappiamo infatti che esiste un nucleo pesante al centro della Terra composto di ferro-nichel; sappiamo inoltre che il diametro di tale nucleo è di circa 2000 chilometri e che intorno ad esso c'è un «mantello», il cui spessore è di circa 1 000 chilometri e la cui composizione è di rocce silicee più leggere ricche di ferro e di magnesio. Sappiamo inoltre che c'è una crosta esterna, dello spessore di circa 30 chilometri, la quale si compone di rocce ancora più leggere: che sono poi quelle che si vedono alla superficie. Per la cronaca, il primo tentativo di trapanare la crosta della T erra fino al «mantello» fu effettuata nel marzo del 1961. La sonda penetrò attraverso un chilometro di acqua, 166 metri di sedimenti e 16 metri di roccia.
Col raffreddamento della crosta, si raffreddarono anche le rocce alla superficie, abbastanza per non far più bollire ed evaporare le piogge. Cessarono i diluvi. L'equilibrio si ristabilì tra le masse terrestri raffreddate e le acque: queste colmarono le depressioni, scorsero come fiumi verso livelli più bassi. A poco a poco si formarono i primi bacini marini, che certamente non erano ancora quelli che abbiamo oggi.
Non c'è dubbio che la distribuzione dell'acqua sulla Terra ha subito notevoli variazioni nel corso delle ere geologiche. Oggi il 71 per cento della superficie del nostro pianeta è coperto da oceani e l'area totale dell'acqua è di circa 362 milioni di chilometri quadrati.
Via via che la distribuzione dei mari è cambiata lungo i tempi, via via è cambiata la loro composizione. I mari primordiali sono diventati salati a mano a mano che le acque correnti, confluendovi, vi hanno scaricato i sali provenienti dal dilavamento dei minerali costituenti le rocce. Certo, il sale comune è la più importante sostanza sciolta nell'acqua del mare, ma non è il solo: vi si trovano anche molti altri composti ed elementi in diverse proporzioni. Pensate a una cosa: il peso totale dei soli metalli preziosi dispersi nelle acque degli oceani supera quello che si trova sulla terra. Questo, per dare un'idea dell'abbondanza di minerali disciolti nelle acque del mare.
Per quanto riguarda la salinità, si sa che essa varia da mare a mare, da luogo a luogo, da profondità a profondità, da temperatura a temperatura.

Nel più recente periodo della storia geologica, il quaternario, si verificarono a più riprese dei grandi raffreddamenti climatici, il che ebbe come conseguenza la trasformazione in ghiaccio di grandi quantità d'acqua, Oggi soltanto un decimo della superficie totale terrestre é ghiacciato; ma, come abbiamo detto, l'equilibrio potrebbe essere rotto dal minimo avvenimento esterno, o anche interno (provocato in questo caso dall'uomo): insomma, basterebbe spostare l'asse, per scompaginare i poli, e quindi le stagioni, e quindi la posizione della Terra rispetto al Sole: il quale, sarà bene non dimenticarlo, resta il padrone assoluto del nostro destino.
Quanti siano stati i periodi di maggiore glaciazione, è stato possibile sapere dallo studio dei ghiacciai della Groenlandia ~ dell'Antartico nonché di quelli delle Alpi: almeno tre. E stato calcolato a 40 centimetri in quarant'anni l'aumento del livello del mare nel corso di un periodo post-glaciale, e cioè di scioglimento di ghiacci e relativa trasformazione in acqua. E stato anche calcolato che da 6000 anni il livello del mare si mantiene quasi uguale: nel senso che non sale nè scende più di tre metri. Questo non significa ovviamente che il ciclo attuale delle ere glaciali sia finito; il ghiaccio, per gli imprevisti a cui abbiamo ripetutamente accennato, potrebbe di nuovo ricoprire il pianeta e il livello del mare potrebbe scendere di conseguenza di circa 100 metri, salvo poi a vederlo ricrescere allo scioglimento dei ghiacciai.
Abbiamo visto il meccanismo della glaciazione. Resterebbe da vedere quello inverso. A parte gli eventuali spostamenti dell'asse, a riscaldare lo spessore superficiale del « mantello» terrestre, e a provocare quindi lo scioglimento dei ghiacci, potrebbe contribuire la radioattività delle rocce, e come conseguenza il riscaldamento della superficie della Terra. Ma non bisogna dimenticare altri fattori, come per esempio la variazione di anidride carbonica nell'atmosfera: una forte concentrazione di anidride carbonica, per esempio, rinchiuderebbe la Terra come in una serra e farebbe quindi scattare un periodo di riscaldamento che scioglierebbe i ghiacciai, provocando un aumento delle acque e quindi un mutamento degli oceani.
Dall'acqua alla pioggia, dalla pioggia alla neve e al ghiaccio, dalla neve e dal ghiaccio all'acqua, naturalmente attraverso i vari fenomeni di evaporazione, giaci azione, scioglimento, precipitazioni. Tutto è legato, concatenato, subordinato.
Il problema si pone negli stessi termini rudimentali dell'uovo e della gallina: chi è nato prima? In principium erat verbum ... No - con il permesso di San Giovanni - in principium erant aquae, o meglio magma. Insomma, come scrive G.E.R. Deacon, «dapprima l'acqua, che più tardi doveva confluire in bacini terrestri, era trattenuta nella roccia fusa, dato che acque e magma si possono mescolare in qualsiasi proporzione ad alte temperature e pressioni». In seguito, a mano a mano che la lava primordiale del magma si raffreddava e si solidificava, entravano in scena i gas e i vapori, confusi in una calda atmosfera: questa atmosfera era stata possibile grazie all'attrazione di gravità esercitata dal pianeta stesso con la sua notevole massa. Così, gas e vapori, frutti della Terra, restavano con la Terra, in un ciclo di fatale e benefica trasformazione.
Poi, anche l'atmosfera andò raffreddandosi. Avvenne a questo punto un fatto imprevedibile e nello stesso tempo meraviglioso: il gas ossigeno si sposò col gas idrogeno, per il quale aveva una certa simpatia chimica: e dal matrimonio si ebbe il vapor d'acqua. Il vapor d'acqua rimase nell'atmosfera insieme con il gas ossigeno, e con altri gas (azoto, argon, ecc.): ma con questi il vapor d'acqua non legò abbastanza, per cui... Per cui, sotto la pressione degli altri gas, il vapor d'acqua finì col liquefarsi, pur essendo a temperatura ancora elevata.
Ecco perchè cadde la prima pioggia sulla terra: una pioggia naturalmente caldissima.

Così dunque nacque il mare: questa pioggia, cadendo sui rilievi, generò torrenti che, sotto la spinta della forza di gravità, discesero con impeto verso il basso. Qui le acque confluirono in torrenti più grossi - i fiumi - finendo per riempire grandi bacini scoperti. Ed ecco il mare.
Il ciclo non è ancora compiuto: poichè le prime piogge, scorrendo sulla Terra, si erano conservate calde, sciolsero i materiali solidi con cui vennero subito a contatto: le rocce. E poichè queste erano composte da sali di sodio, di potassio, di calcio, l'acqua del mare fu salata e anche amara.

Informazioni sul Mare Mediterraneo e sull' azione erosiva del mare sulle coste.

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Tratto da : "SUGLI OCEANI", Volume I - Edizioni Ferni, Ginevra 1976
Testi di : <<Max Polo ; Anna MAria Boschetti>>