Oceani : catena alimentare fondali marini(Fauna)

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Gli oceani: vita nei fondali marini


Sono quelle che avvengono a tutte le profondità dell'oceano. Qui il destino degli animali segue le leggi imperiose e crudeli della vita: quello di mangiare e di essere mangiati. Si dice che soltanto le orche sfidano indenni questa dura legge. Ma non è vero: in fondo, anche loro sottostanno alla regola generale: infatti quando muoiono, i loro corpi vengono distrutti da diversi organismi e le sostanze nutritive così liberate sono rimesse nel circuito interminabile della vita sottomarina.
Seguiamo uno per uno gli anelli di questa cieca ma perfettissima catena. Cominciamo con le diatomee, i dinoflagellati e altre piante marine: si tratta di vegetali. La vita comincia da questo primo anello. Principali consumatori di diatomee sono i copepodi, minuscoli crostacei. Un solo copepode può mangiare 12 mila diatomee al giorno. Quanti sono i copepodi esistenti? Si ritiene che questi crostacei, esistenti in tutti i mari del mondo, siano più numerosi di tutti gli altri animali messi insieme.
Secondo anello. I copepodi mangiano le diatomee, ma sono mangiati a loro volta dalle aringhe, che. sono anch'esse tra i pesci più numerosi e voraci del mare. E evidente che ogni qualvolta un'aringa mangia un copepode, non mangia soltanto il copepode ma indirettamente ingerisce migliaia di diatomee.
L'aringa non ha un destino più felice. Giorno verrà che troverà una focena, che la mangerà. Un giorno la focena troverà un' orca, e l' orca mangerà la focena, e mangiando la focena, mangerà l'aringa, e indirettamente migliaia di diatomee. E così via. Dalla diatomea al copepode, dal copepode all'aringa, dall'aringa alla focena, dalla focena all'orca: ad ogni anello della catena, circa il 90 per cento dei valori nutritivi catturati dall'anello precedente sarà convertito in energia, la quale sarà consumata in attività di sopravvivenza. Facciamo un esempio: la focena che mangia un'aringa, non converte in carne ogni suo boccone, ma trasforma una parte del contenuto alimentare dell'aringa in energia necessaria alle proprie attività fondamentali, come nuotare, come respirare, come lottare per sopravvivere.
Lottare per sopravvivere, appunto: questa, la grande tragedia che si svolge ogni giorno, ogni ora, negli abissi marini. Per sopravvivere, bisogna ingannare il nemico, e i trucchi sono infiniti: come per esempio il sapore disgustoso che alcuni pesci emanano per allontanare il nemico che li vorrebbe divorare. Il pesce cofano è un pesce che vive rinchiuso in una specie di « cofano» osseo simile al guscio della tartaruga: che ci provi pure, l'avversario, e avrà scaglie ossee ... per i suoi denti. Guardate per esempio il pesce opistognatide: scava nella sabbia una tana di 2030 centimetri, la circonda di ciotoli, poi si libra nell'acqua a coda all'ingiù per catturare i micro-organismi con cui cibarsi (il cosiddetto «plancton», di cui si parlerà in altra parte); e non appena un grande animale si avvicina, ecco il nostro pesciolino rinculare di colpo e chiudersi nel suo fortilizio. Il mimetismo è un'altra scappatoia per sfuggire all'avversario: alcuni pesci riescono a cambiare colore in brevissimo tempo e a confondere così il nemico. Altri sono veri e propri maestri nell'arte del travestimento: guardate il cosiddetto pesce palla; quando si sente minacciato, che fa? Pompa acqua entro il proprio corpo fino ad assumere l'aspetto di una palla: l'avversario, deluso, allora se ne va. La scorpena possiede l'arte di travestirsi da scoglio: le è così possibile sfuggire alla caccia dei pesci più grossi; ma essa non si fa alcuno scrupolo nel catturare i più piccoli che le capitano a tiro tra gli scogli.
Nel fondo marino vivono strani pesci: ce ne sono alcuni che passano sui fondali, immobili, lunghi periodi. Prendiamo lo squalo, o meglio un certo tipo di squalo, l'CUtTOSsorhinus ogtllry: fermo sul fondo, assume lo straordinario aspetto di uno scoglio coperto di alghe, e lì aspetta la preda.
Tutto è regolato da leggi invisibili, scritte senza inchiostro sulla pagina variopinta della natura. Tutto é perfetto, crudele, meraviglioso. E organizzato. A congiungere la morte con la vita c'è infine un anello: e questo anello è costituito da quei microscopici batteri che fungono da spazzini del fondo marino. Loro compito: ricercare sui fondali le carcasse, decomporle in anidride carbonica, fosfati, nitrati e altre sostanze nutritive. Ci penseranno poi le correnti marine ascensionali a portare queste nuove. 
 

Informazioni sul Mare Mediterraneo e sull' azione erosiva del mare sulle coste.

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Tratto da : "SUGLI OCEANI", Volume I - Edizioni Ferni, Ginevra 1976
Testi di : <<Max Polo ; Anna Maria Boschetti>>