Oceani : formazione di isole

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Gli oceani: le isole


Le isole sono delle piccole disubbidienze alla creazione.
L'isola è una sfida al continente o una contestazione all'oceano.
Diciamo che tutte le isole di questo mondo hanno avuto origine grosso modo in due modi, scusate il bisticcio: le isole continentali non sono altro che frammenti di terra staccatisi da un continente, per un atto di rivolta geologica. Le isole oceaniche sono emerse dai fondali e si ergono alla superficie per rimettere in discussione, in un certo senso, l'autorità dell'oceano.
In ogni caso, si tratta di micromondi o di macromondi, a se stanti, con una loro personalità, una loro storia, una loro identità e, se così si può dire, una loro filosofia della vita. La terraferma offrirà domicilio e benessere; il mare
sostanze vitali verso le acque di superficie, dove saranno utilizzate da altri animali. E così il ciclo continua all'infinito.
che circonda garantirà una certa sicurezza, grazie all'isolamento. Quante isole ci sono sul nostro globo? Viventi, secondo gli ultimi calcoli, almeno 500 mila. Abbiamo detto viventi, poichè anche per le isole vale la legge della vita e della morte. Ci sono isole belle, tristi, cupe, allegre, fortunate, neglette, soavi, terribili, incantevoli, spaventose. Ci sono isole vicine, lontane, remote: tutte comunque minacciate, chi da catastrofi naturali, chi da catastrofi artificiali (provocate dall'uomo).
Le isole oceani che generalmente si sono formate dove la roccia incandescente sgorgava dai fondali marini: e sono emerse perciò su montagne di lava. Resterebbe da chiedersi come e quando esse furono « colonizzate» dalla flora e dalla fauna. L'uomo, certo, ha avuto una parte determinante in questa «colonizzazione». Ma non sempre: in alcuni casi la vita è nata attraverso processi evolutivi che ancora sfuggono alla nostra indagine. E un fatto che, prima ancora dell'uomo, se ci sono stati dei « colonizzatori» delle isole oceaniche, essi furono quegli organismi che, nei tempi dei tempi, riuscirono ad attraversare gli oceani e a stabilirsi poi come abitatori nell'isola.
Come abbiamo detto, la maggior parte delle isole sono nate o separandosi dai continenti o emergendo con collera dalle profondità marine. Ma ci sono isole che sono nate, anzi sono state costruite da vere colonie di madrepore e di altri animali, nonchè da vegetali come le alghe coralline e le mangrovie. E noto che le strutture madreporiche crescono generalmente sotto la superficie marina; ma qualche volta una di queste colonie si sviluppa a tal punto che riesce ad emergere e a formare una vera e propria isola. La più comune di queste formazioni è l'atollo. Che cos'è l'atollo? Un'isola, più spesso una catena di isolette, che racchiude completamente o in parte una laguna. Diciamo subito che le isolette di un atollo, avendo un suolo povero e scarsissimo di acqua dolce, ospitano poche specie di piante.
Per tre quarti il nostro pianeta è coperto d'acqua. E tuttavia noi viviamo su una sfera di fuoco. Abbiamo già detto: noi camminiamo su uno strato, detto « crosta» o « litosfera », dello spessore di 30 chilometri. Sotto la crosta si estende il cosiddetto « mantello », con una profondità di 2900 chilometri. Infine, sotto il « mantello» c'è una massa di metallo incandescente in ebollizione - il famoso « nucleo centrale» - composto in parte di ferro e di nichel con una temperatura di circa 2900°, con punte che arrivano ai 10 mila gradi. Lo sapevate? Un quinto almeno della nostra sicurezza e della nostra felicità dipende dai capricci di quel nucleo e dai bisticci tra quest'ultimo e il « mantello ». Quando tra i due si rompono i negoziati, allora ecco i vulcani a vomitare. O i terremoti.
I vulcani, in terraferma, li conosciamo tutti. Molti, com'è noto, sono da centinaia di migliaia di anni in menopausa, scusate, in andropausa; altri sono sempre in servizio permanente effettivo. Di tanto in tanto esplodono, noi sappiamo chi sono, e generalmente ne stiamo alla larga. Ma dei vulcani marini, che cosa ne sappiamo? Un vulcano marino comincia a formarsi sul fondale quando il magma trova sbocco attraverso la crosta. Il vulcano diventa isola quando, continuando a eruttare e ad accumulare materiale, supera il livello del mare. Il periodo di vita di un'isola vulcanica può essere misurato in milioni di anni. Ma, col passare del tempo, succede che i venti e le onde erodano l'isola la quale, sotto il proprio peso, sprofonda. Che cosa resta di quest'isola sotto il mare? Una montagna di materiale, che qualche volta ha la forma di un vero altopiano: ed ecco allora il famoso guyot, detto anche « banco ». 
 

Informazioni sul Mare Mediterraneo e sull' azione erosiva del mare sulle coste.

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Tratto da : "SUGLI OCEANI", Volume I - Edizioni Ferni, Ginevra 1976
Testi di : <<Max Polo ; Anna Maria Boschetti>>