Oceano Pacifico : coste americane

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Oceano Pacifico: il continente Americano


Torniamo nelle acque continentali americane, e precisamente in quelle cilene, appena sfiorate da Magellano. Qui troviamo Coronel: e qui, nel novembre del 1914, ebbe luogo un mortale duello fra le navi inglesi di sir Craddock e la squadra fantasma germanica di von Spee. Stravinse, com'è noto, il tedesco. «Per me », scriveva il sottotenente di vascello Otto von Spee, imbarcato sul Niirnberg e figlio dell'ammiraglio, «era doloroso dover tirare contro quei poveretti che non potevano più difendersi, ma la loro bandiera era ancora alzata.» Il vecchio Monmouth si capovolse lentamente e affondò con tutti i suoi 733 uomini.
Risaliamo verso nord, costeggiando le coste peruviane.
Qui si trova il più vasto e ricco campo di pesca del mondo, favorito ed alimentato dalle correnti ascensionali provocate dall'incontro degli alisei, che soffiano da sud-est, con la fredda corrente di Humboldt proveniente da sud. Qui vengono catturati più tonni che in tutti gli altri mari del globo. Ma ciò che rende uniche al mondo le acque costiere del Perù è la piccola acciuga argentea: vaste chiazze di schiuma scintillante indicano i luoghi dove immensi banchi di questi pesci banchettano a diatomee, e dove sono pescati a milioni di tonnellate all'anno. A cacciare le acciughe peruviane non sono soltanto gli uomini, ma anche alcuni animali: i cormorani, per esempio, i quali cacciano a stormi e localizzano la preda dall'alto: sembra che una grande colonia di questi uccelli possa mangiare più di trecentomila acciughe al giorno. Terribile concorrenza per l'uomo!
Gli alisei di sud-est aiutano le acque superficiali della corrente di Humboldt a superare il Perù: diminuiscono di solito d'intensità durante l'estate australe, vale a dire da ottobre al febbraio successivo. Si sa inoltre che, ogni sette anni circa, gli alisei diminuiscono a tal punto che la corrente di Humboldt ne viene quasi annullata. Aggiungiamo che lungo le coste peruviane predomina allora una corrente calda proveniente dall'Equatore la quale, producendo scarsi movimenti ascensionali, contiene una bassissima percentuale di sostanze nutritive. Per la cronaca, questa corrente calda è conosciuta col nome di «El Nifio », che significa «il bambino », e sapete perchè? Perchè arriva sotto Natale. Che fa «EI Nifio»? Non porta certo benessere, giustizia e democrazia; soffoca invece le sostanze nutritive e costringe le acciughe a spostarsi verso acque più fredde e più ricche: ovvio che molte muoiono.
Proseguendo sempre verso nord, eccoci arrivati nelle acque della Costarica. Qui i fondali sono fangosi; qui, da 3600 metri di profondità fu portato alla superficie nel 1952 dagli oceanografi un fossile vivente: si tratta di un animale somigliante a una patella che si credeva estinto da 350 milioni di anni. Questo organismo primitivo, chiamato in termine scientifico Neopilina Galatheae, è considerato un anello di congiunzione fra vermi e molluschi.
Lasciamo a questa altezza le coste della Costarica e portiamoci in alto mare, verso occidente; ecco le isole Galapagas, le isole che, come si dice, ispirarono Darwin nel suo studio sull'evoluzione della specie. Le Galapagos comprendono 16 isole maggiori e numerose altre più piccole: Isabella, Fernandina, Floreana, Santa Fe, Santa Cruz, San Cristobal, San Salvador, Genovesa, Marchena, Pinta, Wolf e naturalmente, l'isoletta Darwin. Nella scala delle ere geologiche, le Galapagos sono di origine relativamente recente: i fossili più antichi che vi sono stati ritrovati risalgono a non più di 2-3 milioni d'anni. Come le Hawaii, le Galapagos sono cime emerse di grandi vulcani con basi enormi: si parla di 15-30 chilometri di diametro.
Nelle Galapagos la vita pullula, vivace, varia e diversificata, per dirla con un termine oggi di moda. Ecco per esempio il pinguino delle Galapagos: l'unica specie che viva a latitudini tropicali. Ecco per esempio i leoni di mare delle Galapagos, affini alle specie viventi al largo della California; come i gabbiani, anche i leoni di mare si nutrono di pesci e calamari portati dalle acque superficiali della corrente di Humboldt. Particolare curioso - a chi interessa: ogni maschio di leone di mare vive con quattro o cinque femmine. Ecco per esempio la tartaruga gigante delle Galapagos: questi rettili pesano alla nascita soltanto 80-85 grammi; maJaggiungono in trent'anni un peso di 280 chilogrammi. E stato calcolato che la loro vita dura fino a 100 anni. Diciamo che sono in pericolo di estinzione. Ecco per esempio le iguane marine delle Galapagos: di solito questi lacertidi vivono in colonie, ma durante l'accoppiamento si combattono ferocemente per il possesso di una zona di territorio, o delle femmine, o dello spazio per nidificare. Dura lex sed lex. Impariamo: i maschi contendenti, lottando selvaggiamente, cercano di afferrarsi la pelle dei fianchi o di azzannarsi alla testa; ferito, !'intruso batte in ritirata: è molto raro che la lotta si protragga dopo che uno dei due contendenti è stato ferito. E poi ecco la fregata, ecco le sule dai piedi azzurri che eseguono con sussiego una sofisticata danza di rorteggiamento gonfiando le gote e sollevando alti i piedi palmati (altro particolare interessante: le coppie rimangono unite per tutta la vita). Ecco il cormorano, pieno di sussiego e sicuro di sè che passa in mezzo a una colonia di iguane portando alghe alla compagna: il cormorano non ha problemi di sopravvivenza, poichè il cibo è abbondante e i nemici sono rari. Ecco il fringuello: probabilmente arrivato per caso alle Galapagos (ce ne sono 14 specie distinte; una di queste estrae insetti dai tronchi aiutandosi con una spina di cactus). A questo punto è lecito chiedersi ciò che Darwin certamente si chiese: come è giunta fin qui la vita? Allargo dell'Ecuador, la corrente di Humboldt devia verso le Galapagos e converge nella corrente sud-equatoriale e nella controcorrente equatoriale: così, in questo incrociarsi di correnti calde e fredde si è formata una sorta di fiume che probabilmente ha trasportato esseri vegetali e animali sia dall' America centrale sia da quella meridionale. Sembra che i primi ad arrivare siano stati i pinguini e i leoni di mare: i primi dal sud, i secondi dal nord. Altri organismi, come semi e piante, senza dubbio provengono dal continente americano trasportati da zattere vegetali, da venti e dalle zampe e dalle piume di uccelli marini. Sembra che di tutti gli animali attualmente viventi sulle Galapagos, uno solo sia probabilmente giunto da ovest, cioè attraversando l'intero Pacifico: parliamo della lumaca terricola. Chi va piano, va sano, eccetera.
Dietro-front. Si torna verso il continente americano.
Siamo nelle acque della California. Fate attenzione: uno studio effettuato nel 1942 rivelava che a certe profondità venivano notati degli strati « rifrangenti profondi », così il termine; questi strati, se rilevati al tramonto, davano un'altra profondità. Intervenivano i biologi: essi arrivano alla conclusione che questi « strati rifrangenti profondi» erano causati da echi dei corpi di innumerevoli animali marini. Quali animali appunto? Gli studiosi scesero in batiscafo per indagare; ed ecco la scoperta: si trattava di una gran quantità di naselli a profondità variante tra 180 e 300 metri, nonchè dense concentrazioni di sifonofori che si libravano immobili fra 250 e 450 metri; e ancora: enormi e compatti banchi di gamberi, di-pesci lanterna, e altre migliaia di pesci. Er~no dunque loro i protagonisti di quegli echi misteriosi. E noto che durante la seconda guerra mondiale, i comandanti delle navi che usavano l'ecometro riferivano di aver misurato fondali bassi laddove avrebbe dovuto esservi acqua molto profonda. Si trattava dunque - ma questo sarà scoperto dopo, come abbiamo detto - di migrazioni verticali di animali. marini.
Sempre nelle acque dalla California: chi non conosce la storia della balena grigia? I cacciatori cominciarono a darle la caccia nel 1846; la tecnica consisteva nell'inseguirla fino nelle lagune di riproduzione, dove l'acqua bassa facilitava la cattura. Verso la metà del secolo scorso, 30 mila esemplari di balene grigie popolavano le coste nord-americane del Pacifico; 40 anni dopo, la specie si poteva dire quasi estinta. Negli anni 20 di questo secolo, la popolazione di balene grigie ha cominciato a ricostituirsi: i balenieri infatti avevano rivolto altrove le loro attenzioni. Per fortuna, nel 1937 un trattato internazionale sopravveniva per salvarle dallo sterminio. Infatti nel 1943 gli esemplari esistenti erano quasi 3000; nel 1970 quasi 11 000.
Sempre restando sulle coste della California: una leggenda attribuisce il nome di California alla bella regina Califa, la quale, molto tempo fa, regnava su questa regione. Del resto la storia della regina Califa, che aveva la sua dimora in un'isola prospiciente la costa, veniva narrata dai trovatori in Spagna al tempo delle crociate. Un'altra leggenda vuole che un avanzo della mitica Lemuria, sprofondata nell'Oceano, esista tuttora, identificabile nella California, che sarebbe la più vecchia terra civilizzata del nostro pianeta, piena di antichi misteri.
Nel 1931 apparve un interessante libro dello scrittore Wisher S. Cervè. Titolo: Lemuria. L'autore riferiva che da secoli, ogni tanto, una luce bianca si scorge al di sopra della foresta nella vallata di Santa Clara: la si vedrebbe nettamente dalla baia di San Francisco.
Questo fatto ricorda quel fuoco misterioso, visto già fin dai tempi antichi, attraverso il Pacifico nella baia di Yataushiro-kai nel Kuishu, in Giappone, e che nessuno sa identificare. Tale fuoco, a quanto pare, si fece vedere un certo giorno, dicono alcuni; verso il tramonto del 10 agosto, dicono altri. Chi sono? Forse gli antichi abitatori dell'Oceano.
 

Informazioni sul Mare Mediterraneo e sull' azione erosiva del mare sulle coste, sui mammiferi marini.

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Tratto da : "SUGLI OCEANI", Volume I - Edizioni Ferni, Ginevra 1976
Testi di : <<Max Polo ; Anna Maria Boschetti>>