Oceano Pacifico : Oceani.biz - Oceano Pacifico: grandi navigatori del Pacifico

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Oceano Pacifico: i Vulcani


Sapevate come si chiamavano un tempo le isole delle Marianne? Isole dei Ladroni. E sapete chi le aveva chiamate così? Gli uomini di Magellano. Perchè? Perchè gli indigeni avevano una strana abitudine: quella di rubare tutto ciò che trovavano a portata di mano.
Seguiamo la spedizione di Magellano. Dalle isole Marianne, o meglio dei Ladroni, dopo una settimana di navigazione verso occidente, Magellano e i suoi raggiunsero Samar e Malkou nell'arcipelago delle Filippine. Sostarono parecchi giorni - così dicono le historie - quindi proseguirono fino a Massava (ora Limassawa): qui Magellano finirà in pentola, si fa per dire. Ecco come: nel corso di un attacco contro un'isoletta vicina, i soldati dell'ammiraglio furono circondati da una moltitudine di indigeni. Lasciamo la parola al suo biografo: « Così si combattè per più di un'ora, fino a che un Indiano riuscì a ferire in faccia il capitano-ammiraglio con una lancia di bambù. Egli, disperato, piantò la lancia nel petto dell'Indiano e la lasciò lì. Voleva adoperare la spada, ma non potè tirarla fuori che a metà, perchè fu colpito al braccio destro da una lancia. Nel vedere questo, i nemici si precipitarono tutti verso di lui, e uno di loro con un lungo terzado, simile ad una grande scimitarra, gli diede un colpo sulla gamba sinistra che lo fece cadere in avanti, bocconi. Poi gli altri si gettarono addosso con lance di bambù a punta di ferro, con scimitarre e con ogni arma che possedevano e lo trapassarono - il nostro specchio, la nostra luce, il nostro consolatore, la nostra vera guida - fino a che non fu ucciso ». E, probabilmente, messo in pentola.
L'8 novembre 1521 i resti della spedizione entravano a Tidore, centro delle Molucche e meta di Magellano. Toccando terra, lo schiavo di Magellano, che era originario delle Molucche, diventava il primo circumnavigatore del globo.
Ma non abbiamo ancora detto perchè «Pacifico ».
Quando la sera del 28 novembre 1520 le tre navi di Magellano entrarono nelle acque del nuovo Oceano dopo aver tagliato l'ultima appendice del continente americano, virarono a destra e navigarono lungo la costa occidentale del Cile meridionale, rimanendo il più possibile in prossimità del continente. L'Oceano era calmo, tranquillo, pacifico: di qui, probabilmente, il nome con cui Magellano e i suoi uomini lo battezzarono.
Con ben altre intenzioni si affacciava al Pacifico due secoli dopo il pirata Morgan: «Avanti, bastardi, là sotto c'è il Pacifico ». Panama, Realeguo, Nueya, Chiriquita e altre città del Pacifico avevano visto le imprese anche di Ravenau de Lussan, pirata per onore.
Prima di Magellano, le acque del Pacifico pare siano state solcate dai Polinesiani, che restano forse i più grandi navigatori della storia. Le loro imbarcazioni transoceaniche; con o senza vele, consistevano generalmente di due canoe lunghe fino a 25 metri legate l'una all'altra, con una capanna al centro, il tutto unito con cavi di fibre vegetali: esse procedevano col vento in poppa, veloci e impavide; unico inconveniente, il rollio che tendeva ad allentare i legamenti. È noto che quando i Polinesiani s'avventuravano nell'immensità dell'Oceano portavano con sè donne, bambini, piante e animali domestici; i loro insediamenti sulle isole si alternavano con improvvisi spostamenti: erano soliti abitare una sola isola per volta. Esistono prove che i Polinesiani, insediatisi sulle isole Hawaii, fecero, probabilmente per secoli, ripetuti viaggi di andata e ritorno.
Quali furono le genti che nei secoli abitarono nel PacifIco? I testi parlano di quattro diverse popolazioni: gli aborigeni venuti dall'Asia, che si stabilirono in Australia migliaia di anni fa; i Polinesiani delle Samoa; i Melanesiani che troviamo nel sud-ovest, attorno alle Figi e alla Nuova Guinea; e infine i Micronesiani, nel nord.
Che i Polinesiani fossero dei formidabili navigatori, è fuori dubbio. Ma qualcuno, recentemente, asserisce che anche gli Indiani d'America non furono da meno. La tesi è esposta in un'opera di alcuni anni fa: Amerindians in the Paciftc, di Thor-Heyerdahl, che nel 1947 aveva navigato su una zattera dal Perù a Raroia, provando così che gli Indiani erano emigrati in Polinesia.
Gli Indiani di Okanogan nella Colombia britannica raccontano una strana ed interessante leggenda: nell'antichità - dicono - esisteva in mezzo all'Oceano un'isola, Samah-tumi-whoo-Iah, che significa «isola dell'uomo bianco », abitata da giganteschi esseri, governati da una regina alta e bianca, di nome Scomalt, che aveva, a quanto pare, poteri soprannaturali. Un giorno, dopo lunghi anni di pace, quei giganti cominciarono a combattersi e a massacrarsi fra di loro; la regina si adirò e staccò la parte di isola popolata dai giganti malvagi spingendola in alto mare. L'isola, abbandonata alle onde e sbattuta dai venti, cominciò ad affondare. La popolazione perì: salvo un uomo e una donna, che avevano costruito una canoa prima che l'isola fosse inghiottita dalle acque. Questi due unici superstiti vagarono sull'Oceano per molti giorni e molte notti, finchè raggiunsero l'America, e precisamente la terra degli Okanogan. Durante il lungo viaggio sul mare, sferzati dal sole cocente, la loro pelle, in origine bianca, assunse un colore bruno rossiccio: ed è per questo che gli Indiani si chiamarono pellirosse ..
Come si vede, l'Oceano Pacifico è ricco di leggende. E, là dove è la leggenda, là fu la vita.

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Tratto da : "SUGLI OCEANI", Volume I - Edizioni Ferni, Ginevra 1976
Testi di : <<Max Polo ; Anna Maria Boschetti>>